Carissime e carissimi,
due anni fa 10.515 persone scelsero di mettere una croce accanto al mio nome. Una grande responsabilità che sento più forte ogni giorno che passa.
Sono stati due anni belli, intensi, emozionanti, impegnativi. Due anni in cui abbiamo provato a dare risposta alle tante istanze che ci sono arrivate dal territorio o ai tanti problemi che abbiamo trovato ancora aperti sul tavolo. Due anni di tante soddisfazioni (dalla riforma sanitaria alla semplificazione, dal piano di rilancio della Costa ai soldi risparmiati in bilancio e investiti in sicurezza) e di qualche delusione ma nei quali ho provato, giorno dopo giorno, a mettere tutto il mio impegno, la passione, la voglia, la determinazione per essere all’altezza del compito che mi avete affidato. Sappiamo che non sempre siamo riusciti a raggiungere i risultati che ci chiedevate, ma vi assicuro che questo è un motivo ulteriore per provare a fare sempre più e sempre meglio.
A voi che mi avete scelto, che mi siete stati e mi siete vicino, che mi supportare e mi spronate, permettetemi di dire GRAZIE. Grazie di cuore perché tanto di quello che facciamo parte dall’ascolto, dal confronto, dalle vostre idee e dalle sollecitazioni che mi date arrivare.
Non si possono racchiudere 730 giorni soltanto in una schermata, e non è semplice neppure isolarli in poche frasi ma ho provato a fare due brevissimi video coi quali provare a sintetizzarli.
– QUI I NUMERI DELL’ATTIVITA’ ISTITUZIONALE E DEGLI ATTI CHE HO PORTATO IN AULA
A questo lasciatemi aggiungere un’altra piccola cosa: 5 parole che rappresentano me e questo pezzo di strada fatto insieme a tanti di voi.
RESPONSABILITA’
E’ la prima parola che pensai quando vidi che accanto al mio nome c’erano 10.515 preferenze. Dare fiducia significa avere aspettative. Avere aspettative significa investire di responsabilità. E io quella responsabilità l’ho sentita tutta e la sento oggi come allora. Anzi. La sento più forte ogni giorno che passa ed è questo a guidare ogni mia scelta, singola e collettiva. Responsabilità per rendere migliore il nostro territorio e migliore la nostra Toscana.
ASCOLTO
Fare politica significa, prima di tutto, saper ascoltare. Ascoltare i problemi per trovare soluzioni, ascoltare i consigli per potersi migliorare, ascoltare i diversi pareri per crescere nel confronto. Non è mai abbastanza il tempo per ascoltare, ma sono soddisfatto che in questi due anni sia riuscito ad incontrare tantissime persone e, in tanti casi, a dare risposte spesso attese da tempo.
FUTURO
Ho sempre pensato che, da amministratore, ogni scelta non debba limitarsi a guardare al presente ma debba essere pensata con gli occhi rivolti al futuro. Per questo ho sofferto, davvero, quando il 4 dicembre si è deciso di guardare al passato anziché avanti e si è scelto di riavvolgere le lancette indietro di 20 anni. Non è riproponendo modelli novecenteschi che si può pensare di dare risposte a chi vive e lavora in Italia e, soprattutto, a chi qui chiede di poter costruire il proprio domani.
CAMBIAMENTO
E’ stata la parola chiave della mia campagna elettorale. Perché a chiederlo sono tante persone insoddisfatte dello status quo e desiderose di vedere la politica davvero in grado di cambiare le cose. Cambiare si può e si deve. Senza preconcetti, senza pregiudizi. Ma allo stesso tempo senza demagogia e senza promettere ciò che non può essere mantenuto. Saper passare dalle parole ai fatti è quello che ci distingue dai professionisti del no e da chi sa essere solo e soltanto contrario a tutto.
SQUADRA
Da soli non si va da nessuna parte. Mai. Quando Matteo Renzi ha scelto come slogan congressuale “Avanti, insieme” ho pensato che era una sintesi emblematica. Il PD è una grande comunità di donne e di uomini, che non si alimenta di troll su internet o di notizie inventate. Viviamo della passione vera e genuina della politica e sono contento che il congresso sia stato l’occasione di sprigionare nuove energie anche all’interno del nostro partito. I singoli sono importanti, ci mancherebbe, ma senza una squadra intorno anche l’attaccante più forte del mondo farebbe fatica a vincere da solo una partita. E noi, davanti, di partite importanti da giocare (e vincere) ne abbiamo davvero tante. Lo faremo, ne sono certo. E lo faremo insieme.
PS. Solo una brevissima riflessione sull’attualità di questi giorni: sulla legge elettorale si profila il ritorno a un sistema proporzionale in cui sarà molto difficile riuscire a garantire una governabilità certa. E’ la conseguenza di quanto accaduto nel referendum del 4 dicembre e di questo non possiamo che ringraziare chi ci ha riportato indietro di 20 anni, compresi i nostri ex compagni di viaggio che quella sera brindarono ma oggi sbraitano perché vedono in pericolo il loro progetto di avere, col 3%, potere di veto (a proposito: siamo a meno 5 giorni alla riforma costituzionale promessa da D’Alema, l’aspettiamo con ansia!). Quel che ne penso, nel dettaglio, lo trovate QUI.
Un abbraccio,
Antonio