Quella dei migranti è un’emergenza che dobbiamo gestire tutti insieme, nessuno escluso. Il modello adottato dalla Toscana funziona e può reggere solo e soltanto se tutte le amministrazioni locali acconsentono a dare il proprio contributo e una mano vera.
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E’ una questione di civiltà e di buon senso di fronte a quella che è una vera e propria emergenza sociale. Pisa è una delle province che meglio delle altre ha interpretato il tema dell’accoglienza diffusa ma non basta ancora. Sappiamo che la situazione è difficile anche se i numeri degli arrivi sono in realtà in linea con quelli dello scorso anno. Il problema è che le strutture che erano state identificate per l’accoglienza sono piene e la lentezza del lavoro delle commissioni non permette un ricambio nelle persone ospitate, ma proprio per questo chiedo davvero a tutti i comuni di fare uno sforzo ulteriore e collettivo.
A questo si aggiunga il fatto che si stanno creando le condizioni, anche di concerto con Inail, perché i migranti possano svolgere volontariamente dei lavori di pubblica utilità nelle comunità che li ospitano. Lavorare in questa direzione può essere una chiave importante per garantire anche un percorso di vera integrazione che si aggiunge al piano della sola accoglienza e ospitalità.