Caro Salvini arrivi tardi. Il nostro Primo Maggio è molto più di una felpa e uno slogan

Caro Matteo, ho letto del tuo roboante arrivo in provincia di Pisa e mi auguro tu possa avere l’occasione, oltre che per fare il solito show coi soliti slogan e le solite parole di ogni luogo dove vai (in fondo basta cambiare felpa, nome della città e il gioco è fatto), di ammirare le bellezze che il nostro territorio ha da offrire al mondo. Ti stupirebbero, ne sono certo.

Leggo che il senso del tuo arrivo è “liberare la Toscana e Pisa da chi da decenni sostiene di difendere il lavoro, ma non lo ha mai fatto concretamente”. E che non perderai occasione per strumentalizzare l’ultimo dramma che coinvolge 200 famiglie a Saline di Volterra. Mi duole informarti, però, che arrivi almeno con tre giorni di ritardo. Perché è da martedi che io e molti altri esponenti del Partito Democratico ci siamo mobilitati col Governo e la Regione per trovare una soluzione che salvaguardi quell’attività e, soprattutto, l’occupazione. Ieri, per esempio, eravamo in strada proprio con quelle lavoratrici e quei lavoratori, con le loro famiglie e i loro bambini, con una comunità intera che chiede risposte e non becera propaganda elettorale.

Sai, Matteo, è così che in Toscana abbiamo gestito la terribile crisi economica di questi anni, mentre tu eri impegnato a frequentare tutti i salotti tv lautamente stipendiato dal Parlamento Europeo. Qui abbiamo affrontato decine di vertenze, magari senza strillarlo ai quattro venti, ma salvaguardando, con l’impegno centrale del PD, migliaia di posti di lavoro. Mentre tu oggi arriverai, indosserai la felpa d’occasione, reciterai la tua parte e te ne andrai dopo poche ore. Verso un’altra città, un’altra felpa e le solite parole.

Non è questo il nostro Primo Maggio. Non è questo il nostro modo di fare politica. Noi siamo un’altra cosa. Noi resteremo qui. A fianco di quelle lavoratrici e di quei lavoratori. Perché nel valore della parola Lavoro noi ci crediamo davvero e non solo vogliamo difenderlo, ma vogliamo crearlo. Nuovo e stabile. Vogliamo dare l’opportunità ai nostri giovani di investire su loro stessi qui, nella loro terra, nella provincia dove sono nati. E lo faremo. Più forti delle paure che vuoi infondere, più convinti e determinati delle tue provocazioni. Noi, come mi sono impegnato a fare col governo anche lunedì insieme a Luca Lotti, faremo di Pisa e della sua provincia la capitale del Tirreno.

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