Newsletter 16/2018 – Quel che penso del governo (mentre noi lavoriamo su rifiuti e sanità)

 

Carissime e carissimi,

inizio questa newsletter con un breve accenno a quanto sta accadendo in queste ore a Roma. Lega e M5S hanno ratificato il loro accordo di governo, un “contratto” privato per il quale hanno poi chiamato il professor Giuseppe Conte a fare da “esecutore” conto terzi. Il problema, per me, non sono le esagerazioni infilate per gonfiare il curriculum, quanto la credibilità che il nostro Paese potrà avere, soprattutto in campo europeo ed internazionale, con una simile figura (diretta da altri) a fare da rappresentante.

Non di meno, sono assai preoccupato da un programma basato sui titoli spot coi quali Di Maio e Salvini hanno convinto tanti elettori a votarli: dalla flat tax (per far guadagnare di più chi è già ricco, leggete QUI) al reddito di cittadinanza (che fa dell’Italia uno Stato assistenzialista e non impegnato a creare lavoro) servono tantissimi soldi per realizzare le promesse e nessuno ha ancora spiegato dove intendono trovarli (QUI il dettaglio dei costi del contratto con un deficit da oltre 100 miliardi di euro). La mia grande paura è che per far tornare i conti finiranno per tagliare i servizi pubblici (sanità, scuola, trasporti) o aumentarne il costo per i cittadini.

Ad ogni modo, un augurio sincero di buon lavoro al presidente del consiglio incaricato. Governare non è mai facile, meno che mai quando non si è padroni del proprio destino ma legati mani e piedi ai voleri di altri e meno ancora quando questi altri si chiamano Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Cosa pensassero l’uno dell’altro fino a quando non si è trattato di spartirsi il potere lo hanno esplicitato in tv a più riprese: QUI quando Di Maio diceva “Mai con Salvini” oppure QUI Salvini quando diceva “Mai con i 5 stelle”. Hanno promesso il governo del cambiamento, ma per ora l’unica cosa ad essere cambiata sono i loro giuramenti.

Come sapete bene su questi temi leggo sempre volentieri la vostra opinione via mail (comunicazioni@antoniomazzeo.com) o WhatsApp (371 3552637).

Guardando alle vicende locali, invece, si avvicina la data delle elezioni amministrative e a Pisa il candidato del PD e del centrosinistra Andrea Serfogli ha presentato il proprio programma (QUI) e la squadra dei candidati consiglieri(QUI). Quella che stiamo facendo è una campagna elettorale strada per strada, quartiere per quartiere, fatta di incontri e confronto diretto coi cittadini, i lavoratori, gli studenti e le associazioni della nostra città. Dalla prossima newsletter parleremo più nel dettaglio delle nostre proposte e delle nostre idee e condivideroò con voi le iniziative che metteremo in piedi prima del voto.

Infine, come di consueto, alcuni brevi flash sull’attività in Consiglio Regionale, anche i vostri suggerimenti via mail

  1. SANITA’: Insieme all’assessore regionale Stefania Saccardi e al direttore sanitario della Asl Nord Ovest Mauro Maccari abbiamo incontrato il gruppo Mamme dell’Alta Valdicecina ed abbiamo fatto nuovi importanti passi avanti per aumentare la presenza pediatrica nella zona nell’arco di tutta la settimana, festivi compresi (QUI i dettagli).
  2. RIFIUTI: Nella seduta di mercoledì mattina abbiamo approvato una risoluzione presentata dal gruppo PD e collegata alla comunicazione del presidente Rossi sulla gestione dei rifiuti in Toscana. La nostra priorità era, è e resta che la nostra regione sia in grado di smaltire in maniera autonoma i rifiuti che produce, diminuendo il conferimento in discarica e senza che questo comporti ricadute economiche maggiori rispetto ad oggi sulle tasche dei cittadini. Per farlo abbiamo davanti più strade che non sono alternative ma complementari tra loro (aumento della differenziata, economia circolare, termovalorizzazione) ma da amministratori abbiamo il dovere di lavorare per il futuro facendo i conti con la realtà del presente: se la raccolta differenziata in Toscana era al 39% nel 2009 e oggi è al 51% significa che in 9 anni è aumentata del 12%. L’obiettivo, ambizioso, che ci siamo dati è arrivare al 70% ma questo significa che rispetto alla situazione attuale serve un ulteriore aumento del 19% che non potrà certamente avvenire dall’oggi al domani. Ecco perché abbiamo stimolato il presidente Rossi a presentare, nel più breve tempo possibile, un nuovo piano regionale di gestione dei rifiutinel quale possano essere inserite, nero su bianco e numeri alla mano, le strategie per arrivare a quell’obiettivo. Un piano che, anche alla luce della sentenza del Consiglio di Stato sull’impianto di Case Passerini (QUI), diventa a questo punto prioritario e che dovrà indicare, se esiste, un progetto di smaltimento realistico, concreto e praticabile ma che sia qualcosa di più della enunciazione generica di buoni propositi. Su quello, e solo su quello, sarà possibile fare tutte le valutazioni del caso per scongiurare il rischio dell’emergenza rifiuti in Toscana e dell’aumento delle bollette.
  3. LAVORO: In tutta la Toscana per 1309 lavoratori su 2163 potrebbe scattare la cassa integrazione. A Pisa per 98 su 210. Per questa ragione, raccogliendo le preoccupazioni dei dipendenti e dei sindacati, insieme ai colleghi Alessandra Nardini e Andrea Pieroni abbiamo chiesto alla giunta con una mozione, approvata all’unanimità dall’aula, di mettere in campo tutte le azioni necessarie a salvaguardare diritti e professionalità dei dipendenti e qualità dei servizi offerti all’utenza (QUI per approfondire).

 

Un abbraccio

Antonio

PS: Ve la dico in maniera molto esplicita: sabato ero a Roma all’assemblea nazionale del Partito Democratico. Me ne sono venuto via con la sensazione che non abbiamo capito niente se nel bel mezzo della nascita del governo più estremista e populista della storia repubblicana il nostro unico interesse è quello di parlarci addosso e urlarci contro. Da anni siamo i primi critici di noi stessi, talvolta abbiamo dato l’impressione di essere i primi oppositori del nostro governo e non abbiamo perso occasione per guardare al nostro ombelico e profondere energie solo e soltanto nel dibattito, nelle rivendicazioni e nei riposizionamenti interni. La gente, la nostra gente, non ne può più. Il 4 marzo abbiamo preso uno schiaffo in piena faccia che, almeno personalmente, continua a fare parecchio male. Possiamo, una volta per tutte, aver imparato la lezione o vogliamo continuare ancora a farci del male tra di noi?

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