Carissime e carissimi,
Domenica ho partecipato all’assemblea nazionale ed ho assistito una volta di più a un dibattito profondo, alto, franco in cui mi sono sentito orgoglioso di rappresentare un partito che ha il coraggio di Matteo Renzi, la passione di Teresa Bellanova, il senso della comunità di Piero Fassino, la profondità e la lucidità di Walter Veltroni, l’onestà intellettuale di Gianni Cuperlo da cui mi divide la visione politica ma di cui riconosco la grande lealtà. Rivendico con forza che siamo e restiamo l’unico partito che discute in maniera davvero trasparente, che fa i congressi, che coinvolge milioni di persone nelle proprie scelte fondamentali. Rivendico con forza la pluralità come un valore essenziale per un partito che si chiama, non a caso, democratico. Tutto questo non può e non deve essere per qualcuno il pretesto per andarsene. La storia, la nostra storia, ci insegna che si discute, ci si confronta e si fa un congresso in cui si presentano e si misurano le idee diverse (ma accomunate dai nostri valori di fondo) sottoponendole al giudizio degli iscritti e degli elettori. Perché il PD è prima di tutto la loro casa e sono loro a definire quale sia la linea politica che più li rappresenta.
Tante, tantissime persone con cui ho parlato o che mi hanno scritto in questi giorni mi hanno detto di non capire quello che sta accadendo e di non capire come il più grande partito d’Italia e il punto di riferimento democratico del PSE in Europa possa anche solo pensare di dividersi. Non capiscono la parola “scissione” perché tanti di loro l’hanno già vissuta in passato e sanno che da quella strada si esce, sempre, un po’ più deboli.
A tutti loro e a tutti i nostri iscritti ho scritto, idealmente, una lettera aperta sull’Huffington Post: la trovate QUI.
La mia casella di posta elettronica per sapere quello che ne pensate (o anche per raccogliere comprensibili sfoghi e domande) è come sempre aperta a tutti voi: comunicazioni@antoniomazzeo.com.
Il Partito Democratico, quasi dieci anni fa, nacque per unire storie diverse, non per dividerle. Ed è su questo spirito, che Walter Veltroni ha ricordato benissimo nel suo intervento, che noi chiediamo a chi oggi vorrebbe scegliere una strada diversa di fermarsi e pensarci bene. Se vuole, c’è ancora tempo per farlo.
Ho letto in questi giorni con rammarico le parole del nostro presidente Enrico Rossi. Mi ha fatto male sentirlo dire che vorrebbe resitutuire la tessera del partito che in maniera compatta e convinta ha sostenuto un anno e mezzo fa la sua ricandidatura alla guida della Toscana. L’ho incontrato e gli ho detto con forza che il PD è ancora casa sua, che le sue idee e i suoi valori sono e restano importanti e se davvero scegliesse di abbandonare la nostra comunità sarebbe una ferita profonda. Spero davvero, e lo spererò fino all’ultimo momento possibile, che ci siano ancora i margini per cui lui, così come Michele Emiliano, Roberto Speranza e tutti gli altri che oggi sembrano intenzionati a prendere un’altra strada, non abbandonino la nostra comunità e restino piuttosto qui a sostenere le loro posizioni e a lottare per affermarle.
Noi, intanto, abbiamo chiesto che di tutto questo si discuta insieme, nelle sedi deputate del nostro partito. Lo abbiamo fatto a livello regionale chiedendo a tutti i segretari di federazione di indire in questa settimana assemblee sul territorio e lo abbiamo fatto a livello provinciale pisano con un documento che è stato sottoscritto ieri da quasi 100 amministratori locali per chiedere di mettere in campo azioni tese all’unità e non alla divisione. In questo senso invito tutti ad usare l’assemblea provinciale del 4 marzo perché sia un momento di grande ascolto e di definizione di un percorso comune che preceda la scelta del nuovo gruppo dirigente.
Ci attendono tante sfide nei prossimi mesi. E quella principale riguarda le risposte che vogliamo, possiamo e dobbiamo dare ai nostri territori. E’ per quello che siamo stati eletti ed è su quello che deve concentrarsi il nostro impegno quotidiano. Il tempo della discussione autoreferenziale non può e non deve continuare all’infinito. Questo, lo so io e lo sappiamo bene tutti, i cittadini toscani non ce lo perdonerebbero.
PS: In questo momento così delicato ieri è successo un qualcosa che mi ha rincuorato: in una sola giornata sono arrivate on line oltre 50 richieste di tesseramento. E’ evidente che la nostra base reagisce alla difficoltà con la voglia di partecipare, di fare squadra, di partecipare. Per chi volesse, c’è tempo per tesserarsi fino al 28 febbraio: basta cliccare su QUESTO LINK. Noi, ovviamente, vi aspettiamo!
Un abbraccio,
Antonio