Un bilancio ambizioso, una visione riformista: Defr e PRS basi per la Toscana del futuro | L’INTERVENTO

Oggi è iniziata in aula la discussione sul documento di programmazione economico-finanziaria regionale (Defr), la legge di stabilità e il bilancio preventivo. Un dibattito finalmente nel merito e non ostruzionistico, nel corso del quale sono intervenuto per spiegare perché, come Partito Democratico, sosterremo convintamente un atto sul quale siamo intervenuti con forza e decisione perché fosse ulteriormente migliorato rispetto al testo arrivato dalla giunta.

Se avete voglia di perdere qualche minuto, ecco il testo del mio intervento.

Fatemi innanzi tutto dire che, al netto di certe citazioni di Mussolini che, lo dico al consigliere Borghi, lascerei al di fuori di quest’aula e non userei nemmeno per scherzo, sono contento di come si stanno svolgendo oggi i lavori e ringrazio le opposizioni di aver riportato la discussione nel merito e sul piano concreto dei contenuti dopo gli eccessi vissuti nei giorni scorsi.

 E’ chiaro: abbiamo due visioni diverse ed è normale che sia così nella dialettica tra maggioranza e opposizione, ma rivendico con forza, al contrario di quanto detto da qualcuno, che questo bilancio ha una grande visione politica e sarà una architrave importante per iniziare a disegnare la Toscana del 2020.

 E’ un documento che nasce da una visione riformista fortemente condivisa all’interno del Partito Democratico. Quella visione di governo che ci ha guidato in maniera compatta all’approvazione della nuova riforma sanitaria e che sta alla base delle scelte che abbiamo fatto e che faremo.

Governare non è facile perché governare significa scegliere e questo non è sempre facile. Lo sanno bene i colleghi del Movimento 5 Stelle che lo stanno vivendo sulla propria pelle a Livorno e si sono accorti che a un certo punto, quando si è al governo, dire solo e soltanto NO non basta più.

E allora questo bilancio muove da una scelta di fondo precisa: alla logica programmatica che da sempre caratterizzava questo tipo di atto si sostituisce oggi una logica diversa, definita da quei 25 progetti di rilievo regionale contenuti nel preliminare del PRS che, in linea con gli obiettivi di Europa 2020, vanno in una direzione semplice e chiara: fare della Toscana una delle regioni più avanzate d’Europa. E’ un investimento sul FUTURO e sulle generazioni che verranno dopo di noi. Perché è a loro che dobbiamo pensare e PER LORO che dobbiamo governare.

 Vorrei allora invitare tutti a farsi una domanda di fondo: se questa è l’idea che abbiamo della Toscana dei prossimi anni, e credo che possa essere un obiettivo condiviso da tutte le forze politiche qui presenti, come possiamo raggiungere l’obiettivo che ci siamo dati?

 Questo è il tema a cui siamo chiamati a rispondere. Oggi e nei prossimi mesi in cui entreremo ancor più nel dettaglio del PRS.

 A mio avviso la risposta passa da due elementi.

 1. DOVE SIAMO ADESSO

E’ indubbio che siamo di fronte all’inizio di una fase nuova, in controtendenza con gli ultimi anni. Borghi ha contestato il termine “neoespansiva”, io invece vorrei sottolinearlo con forza perché i numeri ci dicono che l’Italia finalmente sta davvero ripartendo.

 Lo dicono i dati sul PIL e sulla produzione industriale così come quelli sull’occupazione e sui nuovi posti a tempo indeterminato che risentono positivamente della riforma del mercato del lavoro (ricordo che il dato toscano ci dice +30.000 unità nel secondo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, e addirittura +45.000 unità se il confronto avviene col primo trimestre di quest’anno). Lo dicono le previsioni IRPET che stimerebbero a fine anno una crescita del PIL regionale almeno dell’1-1,2%.

C’è quindi una nuova fase espansiva che sta partendo e su questa onda noi dobbiamo salire. In linea con la politica riformista che il governo nazionale sta finalmente portando a compimento e con il nuovo protagonismo che il nostro Paese è tornato ad avere a livello europeo.

Non possiamo permetterci di nuotare controcorrente.

La Toscana deve inserirsi a pieno nel solco delle politiche nazionali ed essere in prima fila tra le realtà che traineranno questa fase di ripresa, di rilancio, di ritorno al protagonismo e alla competitività sul piano internazionale.

E lo faremo nel solco di una manovra nazionale che dopo anni cambia il paradigma, passando dall’austerità alla crescita, e rimettendo i soldi nelle tasche degli italiani:

  • Via le tasse sulla casa e sull’agricoltura
  • Più soldi per sicurezza e cultura
  • Prima misura ad hoc per le famiglie in condizioni di povertà
  • Più soldi per il sociale
  • Conferma degli incentivi agli imprenditori che assumono

E proprio sul sociale fatemi dire una cosa importante per evitare inutili ed errate strumentalizzazioni: si è detto che mettiamo le tasse sul trasporto disabili. Non è vero: la Toscana si adegua alla normativa nazionale che lega l’esonero all’utilizzo del mezzo. E se il mezzo prevede trasporto di portatori di handicap, di sangue o di organi il bollo auto non sarà pagato.

 

2. DOVE VOGLIAMO ANDARE.

Chiariamo subito una cosa, a scanso di equivoci. Siamo stati accusati, nei giorni scorsi, di essere dei passacarte della giunta.

 

Rivendico con forza, al contrario, un protagonismo nuovo di questo consiglio regionale e, in particolare, del gruppo del Partito Democratico. Non solo non siamo passacarte. Ma abbiamo posto l’accento con forza, nei confronti del presidente Rossi, dell’assessore Bugli e di tutta la giunta (che ringrazio per il grande lavoro che hanno fatto in queste settimane), sui temi che ritenevamo centrali e non sindacabili.

  • Abbiamo chiesto, in maniera forte e netta, che NON CI FOSSE aumento di tassazione regionale e lavorato a soluzioni alternative che scongiurassero aumenti di imposta.
  • Abbiamo chiesto che ci fossero forti investimenti sul tema dell’innovazione e del sostegno alle imprese.
  • Abbiamo chiesto di poter essere una Regione che rilancia la propria economia attraverso meccanismi di costruzione della domanda, utilizzando a tal fine anche strumenti nuovi come il pre commercial procurement.
  • Abbiamo chiesto di concentrare gli interventi di sostegno alle imprese reinserendo i fondi rotativi
  • Abbiamo chiesto in maniera forte e netta che venissero stanziate risorse e definiti progetti, all’interno del PRS, per recuperare quel divario di competitività che ancora oggi tra i diversi territori che compongono la Toscana.

Su questo permettetemi una battuta al vicepresidente Stella: i suoi colleghi di partito e quelli delle opposizioni a livello nazionale accusano il presidente del consiglio di fare una politica fiorentino-centrica, se vogliamo che la Toscana viaggi a un’unica velocità a livello regionale dobbiamo compensare… Scherzi a parte: quello del rilancio dell’area costiera e della necessità che tutti i territori vengano valorizzati allo stesso modo era ed è una delle priorità che il presidente Rossi e il Partito Democratico hanno definito in campagna elettorale e in avvio di legislatura. E su questo tema servono le risorse adeguate per dare, come abbiamo iniziato a fare in strette sinergia col governo nazionale attraverso gli accordi di programma, risposte certe a territori che più di altri hanno subito la crisi economica degli ultimi anni.

Su questo e su altri capitoli sui quali non mi dilungo siamo stati, e saremo negli anni che verranno, un pungolo al presidente Rossi e alla giunta per costruire e migliorare insieme ogni atto e ogni legge che ci sarà presentata e che saremo chiamati a votare.

 Lo faremo con lo spirito costruttivo che da sempre ci contraddistingue. Lo faremo avendo in testa un obiettivo ambizioso: migliorare ulteriormente il livello dei servizi e la qualità della vita, del lavoro, della sanità e dell’istruzione in questa Regione anche di fronte a un bilancio più povero.

 Il consigliere Cantone dice che è una questione di tagli lineari e non di snellimento, noi diciamo che sfidiamo la politica ad auto organizzarsi riducendo sprechi e doppioni come abbiamo iniziato a fare proprio con la nuova legge di riforma del sistema sanitario.

 E’ questo il senso, ad esempio, delle premialità incentivanti per i percorsi di semplificazione istituzionale (unione e fusioni di comuni, pianificazione urbanistica intercomunale)

  • Noi vogliamo definire i CONTORNI DI UNA NUOVA STAGIONE DI SVILUPPO LOCALE con lo scopo di favorire l’attivazione di progetti di innovazione territoriale.

E vogliamo anche, nel solco della riforma costituzionale, iniziare a ragionare davvero di un livello istituzionale diverso, che vada nella direzione della aggregazione di territori regionali con strutture economiche e sociali simili.

Anche questa è razionalizzazione, è ottimizzazione di risorse, è adeguamento alle sfide che, anche a livello istituzionale, ci aspettano nel futuro.

Il consigliere Giannarelli lamentava invece il taglio ai fondi per la partecipazione: gli rispondo che è inutile avere i soldi da parte se poi non si usano o si usano in maniera non efficace.

La revisione e la razionalizzazione della spesa significano che non è importante usarne meno ma è fondamentale usarli meglio. Lavoriamo allora piuttosto per rendere i processi partecipativi il più possibile obbligatori ed efficaci.

Chiudo con un’ultima riflessione che nasce dai tanti interventi arrivati dai banchi delle opposizioni.

Anche oggi, come già accaduto la scorsa settimana più volte, avete tirato in ballo, lo ha fatto oggi il consigliere Fattori, il termine democrazia evocandolo come se qui, in questa Regione che ne è un baluardo, fosse in pericolo.

Lo dico con forza e vorrei che tutti ne fossimo convinti: non usiamo certi termini a sproposito e solo per avere almeno un elemento comune che possa unire questa strana alleanza che si è costituita.

Invece di evocare fantasmi o di fare un lungo elenco di quello che non va bene, come ha fatto il consigliere Donzelli, vi lancio una sfida: raccontateci e proponeteci, se potete, quale è l’idea di Toscana della neonata opposizione unica.

Diteci, se potete, quale è la vostra sintesi tra la posizione del consigliere Fattori che dice no ai soldi alle scuole private e quella dei consiglieri della Lega che li chiedono per gli italiani ma non per gli stranieri.

Diteci come si conciliano le posizioni pregiudizialmente contrarie agli investimenti sulle infrastrutture del Movimento 5 Stelle e di Sì Toscana con le richieste di sviluppo per Firenze e la Toscana che avanzano invece Forza Italia, Fratelli d’Italia o la Lega.

Noi, la nostra idea, ce l’abbiamo ben chiara. Sta dentro a queste pagina di programmazione economico-finanziaria e sta dentro a questo preliminare di piano regionale di sviluppo.

Sta dentro a una idea di governo per la quale, come Partito Democratico, sentiamo il dovere permanente di guardare ai grandi problemi collettivi e di farsi carico dell’interesse generale del Paese e della nostra regione.

Sono certo che con l’approvazione di questo documento stiamo gettando una base importante per il futuro della nostra regione. E tra 5 anni avremo una Toscana sempre più protagonista in Italia e in Europa.

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