Abbiamo iniziato la discussione martedì, siamo andati avanti tutta la notte e poi l’intera giornata di mercoledì. Ci siamo fermati ieri sera alle 19.30 e questo pomeriggio abbiamo ripreso la discussione che proseguirà ora ad oltranza per i prossimi giorni e le prossime notti.
Stiamo infatti facendo il nostro lavoro ed abbiamo un obiettivo ambizioso: approvare la legge di riforma del sistema sanitario regionale e portare così a compimento il processo di avviato con la legge regionale 16 marzo 2015, n. 28.
Le opposizioni, che hanno idee differenti ma stanno insieme solo per dire no, hanno deciso in questi giorni di giocare la carta dell’ostruzionismo, presentando migliaia di emendamenti (la stragrande maggioranza dei quali senza alcuna reale attinenza con la riforma e con la sanità in generale) ma il gruppo del Partito Democratico è ancora più compatto e convinto ad andare fino in fondo.
Ci hanno accusato di non aver condiviso sufficientemente il percorso di riforma, gli abbiamo risposto con alcuni numeri: decine di incontri fatti in tutte le province toscane dall’assessore Saccardi, dalla Commissione Sanità e dai singoli consiglieri del gruppo PD in consiglio regionale, il 70% delle osservazioni ricevute raccolte e trasformante in oltre 100 emendamenti presentati sia in commissione sia in aula per migliorare il testo.
Un percorso che ha ulteriormente rafforzato in noi una certezza: questa legge servirà a migliorare ulteriormente un sistema sanitario come quello toscano che, da due anni, è giudicato il migliore d’Italia nella graduatoria dei Livelli Essenziali di Assistenza. Ecco, a noi non basta: vogliamo che quella toscana diventi sempre più un modello e la migliore sanità d’Europa.
Alla riduzione del numero delle Asl da 12 a 3 si accompagneranno, in breve, anche le seguenti conseguenze:
- Rimozione di sprechi e duplicati attraverso una razionalizzazione e revisione degli assetti e dei processi organizzativi e di erogazione dei servizi sanitari e sociosanitari a fronte della crescita inesorabile dei bisogni assistenziali legati alla cronicità, che assorbe oltre l’80% del fondo sanitario.
- Maggiore sostenibilità, coerenza ed efficacia del sistema delle cure e dell’assistenza in uno scenario di profondo cambiamento, sia del sistema nazionale di finanziamento, sia dei profili epidemiologici e sociali dei bisogni di salute.
- Razionalizzazione della spesa
- Efficientamento e revisione dei servizi e delle prestazioni nei limiti degli attuali finanziamenti e in base ai bisogni emergenti.
- Semplificazione del sistema, riduzione dei livelli apicali, uniformità e omogeneità organizzativa in contesti più ampi rispetto ai precedenti
- Sinergia tra AOU e AUSL attraverso la programmazione integrata, la valorizzazione del territorio, la realizzazione di economie di scala sui diversi processi, l’integrazione della rete ospedaliera su contesti più ampi ed una diffusione omogenea delle migliori pratiche all’interno del sistema.
L’attuale organizzazione del sistema sanitario risale a oltre 15 anni fa, e se vogliamo continuare a erogare servizi di alto livello e cure appropriate a tutti, in una società che nel frattempo è cambiata, anche il quadro di riferimento deve essere aggiornato. E, in questo senso, un ruolo fondamentale lo giocherà la capacità di lavorare molto di più alla riduzione delle liste di attesa.
Per questo andremo avanti per tutto il tempo che servirà. E, alla fine, approveremo questa riforma che sarà una buona riforma per tutti: cittadini e operatori del settore.