Caro sindaco Buselli, su sanità e cambio di area vasta solo inutile propaganda

Sulla ipotesi di legge di riforma del sistema sanitario regionale il sindaco di Volterra Marco Buselli mi attacca a testa bassa. Lanciandomi accuse e ricostruendo i fatti a suo modo. Mi è sembrato giusto scrivergli una lettera aperta, puntualizzando come stanno davvero le cose. Credevo ci fossero le condizioni per un rapporto istituzionale franco ma corretto. Evidentemente mi sbagliavo.

Ecco il testo della lettera.

Caro sindaco Buselli,

 ho letto in questi giorni che il tema della sanità a Volterra sarebbe diventata una questione personale e che io dovrei rispondere di quelle che, a suo dire, sarebbero state promesse non mantenute. A 100 giorni dall’elezione mi pare quanto meno una esagerazione considerando anche che in questo periodo, insieme ai colleghi consiglieri regionali, abbiamo ascoltato le sue istanze sulle infrastrutture, siamo venuti di persona a Volterra con la seconda commissione e sul tema della sanità abbiamo sempre detto e ripetuto che il processo di riorganizzazione sarebbe stato portato a compimento attraverso un confronto coi territori.

Mi spiace constatare quanto fosse errata la mia convinzione di poter costruire un rapporto di collaborazione istituzionale serio e volto a ottenere, in maniera condivisa, i migliori risultati per i cittadini di Volterra. Evidentemente non è più così. O forse da parte sua non lo è mai stato.

Ma dal momento che rivendica come suoi successi ai quali ha contribuito in modo decisivo l’apporto della Regione (oltreché l’impegno mio personale e quello del PD) mi pare opportuno spiegare nel dettaglio alcune cose.

 In primo luogo è stata la Regione Toscana a decidere il trasferimento del Rems a Volterra, una scelta non scontata che si inserisce nel percorso di valorizzazione del sistema sanitario della Val di Cecina. Secondariamente, il finanziamento arrivato per garantire il mantenimento e lo sviluppo del presidio Inail di Volterra è arrivato grazie al lavoro del PD e al coinvolgimento del sottosegretario alla Salute Vito De Filippo.

Insieme, questi due provvedimenti, valgono 20 milioni di euro. Una cifra che, per il territorio che lei amministra, non mi pare da poco.

 Prendersi meriti o dare colpe che non si hanno non è utile a nessuno e soprattutto non risponde ai bisogni dei cittadini che cercano servizi sanitari più evoluti e sicuri. E se si vuole raccontare la verità, si deve dire che i risultati sono arrivati laddove ci sono state relazioni istituzionali corrette.

Quanto poi alla riorganizzazione del sistema sanitario regionale, discussione in questi giorni in atto nel consiglio comunale di Volterra, siamo solo all’inizio di un percorso che, ridisegnando le Aree vaste, libererà le risorse per garantire il mantenimento dell’offerta sanitaria in Toscana per almeno i prossimi 10 anni. E se la legge prevede la definizione dei criteri generali, la decisione sulla zonizzazione migliore sarà presa in un secondo momento tenendo conto di tutte le specificità e di tutti i territori in un ragionamento tra Regione e Comuni della Val di Cecina.

Tutto questo per arrivare ad avere ulteriori investimenti anche sul territorio della Val di Cecina e sul Presidio Ospedaliero di Volterra composto in maniera integrata dalle attività e dalle degenze dell’azienda sanitaria pubblica, dell’INAIL e dell’Auxilium Vitae. Perché ciò sia possibile serve però che si superino fragili logiche di campanile o ambizioni personali che, magari, possono raccogliere qualche consenso nel breve periodo ma certo, in prospettiva, tutto fanno tranne che il bene dei cittadini.

Ecco perché pensare di rispondere alle preoccupazioni degli amministratori dell’Alta Val di Cecina semplicemente passando a un’altra Area Vasta significa illudere loro e i cittadini. I flussi di pazienti ci dicono che le strutture sanitarie di Volterra guardano prioritariamente a Cecina e alla parte di costa delle province di Pisa e di Livorno e di conseguenza l’eventuale passaggio sotto la Asl di Siena potrebbe avere soltanto ricadute negative. Di più: ad oggi su 4 Case della salute che insistono sul territorio della Usl5, due sono in Alta Val di Cecina (Pomarance e Volterra) e tutti i cittadini di questo territorio possono essere inseriti nel Chronic Care Model, una delle poche Zone Distretto che possono essere completamente coperte da questo importante servizio in Toscana. Questo investimento sul territorio, basato sull’unicità dell’Alta Val di Cecina in Usl5, potrà essere integralmente garantito in una nuova situazione che la vedrebbe all’interno di un territorio vastissimo e montano come quella della Asl senese?

Sono domande sulle quali la invito a compiere una riflessione seria. Nell’ultimo consiglio comunale, grazie agli emendamenti presentati dalla lista civica Volterra Futura, è stata approvata all’unanimità una mozione che chiede “un approfondimento circa la collocazione dell’Alta Val di Cecina” nell’ambito della riforma sanitaria regionale. Una indicazione condivisibile. Leggo invece oggi che, in vista del prossimo consiglio comunale aperto del 3 novembre, ha ritenuto di presentare un ordine del giorno che indica già di procedere verso il passaggio alla Asl di Siena. E’ bastato dunque meno di un giorno per l’approfondimento? O si tratta, come temo, dell’ennesimo atto di protagonismo personale in barba al volere espresso all’unanimità dal consiglio comunale? Io credo che in questo momento servirebbe lasciare da parte la battaglia per un singolo pezzettino e la valorizzazione delle sue ambizioni personali e pensare piuttosto al senso profondo che sta alla base di una riorganizzazione complessiva che ha, come unico obiettivo, il miglioramento del livello dei servizi per tutti i cittadini, nessuno escluso.

Se lo crede opportuno e utile alla comunità che amministra, può continuare a prendersela col sottoscritto o con la Regione considerandoci avversari e non interlocutori istituzionali. Io resto convinto che il futuro, della Val di Cecina così come della Toscana, si debba invece costruire tutti insieme. Per i cittadini e non piuttosto contro qualcuno.

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