Quello che segue è il testo dell’editoiale che ho scritto sul Tirreno di oggi in risposta alle riflessioni del direttore Omar Monestier sulla Toscana tirrenica e sul progetto di una pista ciclabile unica che unisca i 300 km da Massa a Grosseto.
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Caro direttore, ho letto con molto interesse il suo editoriale di oggi in cui parla del sogno della ciclabile del Tirreno e di quei 300 chilometri che uniscano, non solo metaforicamente, tutte le province della costa tirrenica.
E’ un progetto ambizioso che sposo in pieno, ma vorrei potesse essere la base per affrontare un ragionamento ancora più ampio che è poi il cuore della mia sfida, come consigliere regionale, nei prossimi 5 anni. Arrivare, davvero, a costruire quell’Area Vasta Costiera di cui troppe volte si parla al passato tra un “avremmo potuto fare ma…” e un “avevamo in mente ma…”.
Ecco. Il mio obiettivo è togliere quei ‘ma’ e cambiare il tempo del verbo declinandolo al futuro e non al passato. Ho sempre sostenuto in campagna elettorale che quella parte di Toscana deve candidarsi a diventare la capitale del Tirreno e anche il presidente Rossi, nel suo programma di mandato, ha definito fondamentale un investimento forte sulla Costa se vogliamo davvero che la nostra regione possa viaggiare ad un’unica velocità.
E’ in questo senso che ha lanciato l’idea, assolutamente positiva, di costituire una commissione speciale in consiglio regionale dedicata proprio al suo sviluppo. Quella dovrà essere la sede in cui, oltre alla ciclabile del Tirreno, prenderanno forma anche altri progetti che superino i confini provinciali e quelle logiche di campanile che, lo ha ricordato anche lei, troppo spesso hanno frenato ogni ipotesi di sviluppo.
Tra questi, ad esempio, dobbiamo lavorare a una vera integrazione delle varie offerte turistiche, culturali, artistiche e creative presenti sul territorio della Toscana costiera. Nessuna città, presa singolarmente, riesce a offrire interesse sufficiente a trattenere turisti per una settimana, ma se sapremo disegnare percorsi tematici (legati a scienza, tecnologia, innovazione, arte, tradizione di cui tutte le realtà costiere sono pervase) potremo avere una leva per attrarre per più tempo le varie tipologie di utenti. Un disegno che, in maniera del tutto naturale, avrebbe nell’aeroporto di Pisa e nel porto di Livorno, con una loro stretta correlazione, le porte di ingresso ottimali.
E’ una sfida ambiziosa, lo so. Ma la Costa toscana è così strategica che farla diventare per la prima volta un attore protagonista senza campanilismi consentirà alla Toscana di competere con le altre grandi regioni tirreniche italiane ed europee, soprattutto con Francia e Spagna. Investirci davvero, significa potenzialmente rilanciare un pezzo decisivo del Pil del Paese. E tutti noi sappiamo bene quanto questo sia necessario.