LE REGOLE DEL “GIOCO” ELETTORALE PER LA TOSCANA
Il 31 Maggio i toscani, quasi tre milioni, voteranno il Presidente della Giunta regionale e i loro rappresentanti nel Consiglio; la decima elezione regionale dal 1970, dalla nascita della Toscana.La data è quella fissata, dopo un certo travaglio tempistico, dal Ministro dell’Interno Alfano con un decreto legge, che ha accorpato anche le elezioni amministrative (per quanto in Toscana si voterà solo in 9 Comuni).
Un voto con nuove regole del “gioco”, con una nuova legge elettorale, approvata a Settembre del 2014, pur con qualche dubbio di legittimità costituzionale, già fatto valere davanti al Collegio di garanzia statutaria da alcuni partiti. In realtà la Toscana negli ultimi 10 anni ha cambiato tre volte la propria legge elettorale, cercando di trovare soluzioni idonee a garantire la stabilità e a ridurre la frammentazione politica. Quella attuale, introducendo un innovativo sistema a doppio turno (da pochi giorni anche regola “italica” per le elezioni politiche), teso a rafforzare la legittimazione del Presidente della Giunta regionale, ne prevede l’elezione diretta assieme a 40 consiglieri (ben 15 in meno rispetto alla precedente consiliatura, come attualmente imposto dallo stesso Statuto regionale). Sarà eletto Presidente della Giunta il candidato (tra i 7 in gioco) che otterrà il maggior numero dei voti validi, superando la soglia del 40% (il Presidente Rossi nel 2010 ottenne il 59,7%); qualora nessun candidato riuscisse a superare l’asticella al primo turno, assisteremo il 14 giugno ad un secondo turno di ballottaggio tra i due candidati più votati, per quanto sia vietato un successivo “apparentamento” (almeno formale) con liste inizialmente collegate ad altro candidato Presidente.
Quanto, invece, all’elezione del Consiglio regionale, la legge congegna un sistema elettorale proporzionale con un premio di maggioranza. La corsa dei consiglieri avverrà nei territori provinciali, con un sussulto di attualità anche delle vecchie Provincie; i seggi, infatti, sono ripartiti fra liste presentate all’interno di 9 circoscrizioni provinciali e all’interno delle 4 circoscrizioni di Firenze, per quanto sia prevista anche la possibilità di un listino regionale (composto al massimo da 3 candidati e utilizzato in questa tornata soltanto da due forze politiche). Il 31 maggio concorreranno 10 liste e tra queste saranno ripartiti proporzionalmente i seggi, per quanto sia prevista l’attribuzione di un premio di maggioranza. Qualora il candidato Presidente ottenga al primo turno più del 45%, alle liste o alle colazioni di liste collegate spetterà almeno il 60% (24 seggi); qualora, invece, il candidato Presidente ottenga al primo turno una percentuale compresa tra il 40% e il 45% o venga eletto al secondo turno, alle liste o alla colazione collegata spetterà almeno il 57,5% (23 seggi). In ogni caso il 35% dei seggi è riservato alle opposizioni, con una clausola di garanzia. Tuttavia la legge elettorale, proprio al fine di limitare l’accesso ai partiti più piccoli e al fine di evitare la parcellizzazione politica, prevede un sistema di sbarramenti, con una differenziazione di dubbia legittimità costituzionale tra liste coalizzate e non coalizzate (5% per le liste non coalizzate; quanto alle colazioni di liste, queste devono aver ottenuto il 10% a livello regionale e al loro interno la lista deve aver superato il 3%). Gli elettori dovranno quindi scegliere, potendo esprimere un voto per il Presidente e un voto di preferenza “doppio”, nella logica della garanzia dei generi (come già previsto dalla Regione Campania), per i candidati consiglieri.Si tratta in ogni caso di una preferenza “agevolata”, posto che il cittadino troverà sulla scheda i nomi dei candidati da barrare.Il voto dato ad una lista automaticamente si trasferirà al candidato Presidente, diversamente dal voto dato al Presidente, che non si estenderà alle liste o alle coalizioni collegate. La legge elettorale fa salva l’opzione del voto “disgiunto”, sempre imprevedibile quanto agli effetti e alle dinamiche politiche.
Con queste regole, il 31 maggio i toscani potranno e dovranno attivare il circuito politico della Regione Toscana, con uno sguardo al dibattito nazionale e alla riforma costituzionale in esame in Parlamento, che potrà incidere, a breve, sulla stessa natura e sulle stesse competenze della Regione Toscana e degli organi di indirizzo politico che stanno per eleggere.
Di Nicola Pignatelli