Area Vasta, una sfida che possiamo vincere insieme a Livorno

Pisa e Livorno insieme in campagna elettorale. Unite dalla voglia, concreta e reale, di superare le divisioni di “campanile” lavorando alla realizzazione di un progetto che permetta ad entrambe di essere valorizzate e dare una spinta decisiva alla realizzazione dell’Area Vasta Costiera.
Una chimera? Non credo. E’ stato questo, infatti, il senso del dibattito intitolato proprio “La sfida dell’area vasta costiera per una Toscana a un’unica velocità” che ieri sera al Centrum Sete Sois Sete Luas a Pontedera mi ha visto insieme a Francesco Gazzetti (collegio di Livorno), il professor Paolo Dario (docente della scuola S.Anna) e il segretario toscano del PD Dario Parrini.

Una campagna elettorale che vede insieme un pisano e un livornese non si è mai vista, lo so, ma crediamo che sia davvero importante poter ragionare insieme del futuro dei nostri territori per rafforzare l’area vasta costiera in una Toscana che deve viaggiare ad un’unica velocità. Per questo è necessario uno scatto in avanti e con Gazzetti abbiamo condiviso l’impegno a lavorare insieme nel prossimo consiglio regionale per costruire un unico grande territorio e un unico polo di investimenti sull’area vasta costiera che possa da un lato integrare le infrastrutture esistenti come l’aeroporto di Pisa, il porto di Livorno e l’interposto di Guasticce e dall’altro valorizzare il patrimonio di idee e conoscenze che escono dagli atenei pisani e dai poli tecnologici della zona.

Questa zona  è quella che ha subito di più la crisi economica ed è quindi qui che sono assolutamente necessarie le risorse per ripartire. Il Patto per Livorno firmato col governo è un primo passo importantissimo, ora lavoriamo a costruirlo anche per Pisa”.

Tutto ciò considerato condivido in pieno la proposta di un “New Deal 2.0” lanciata dal professor Dario secondo il quale “come Toscana, di fronte a un piano vero e concreto che fondi le sue proposte sulla’alta qualità tecnologica e i processi di innovazione, possiamo ambire legittimamente a chiedere finanziamenti allinterno del piano Juncker della Ue utilizzando i soldi previsti dal cosiddetto ‘quantitative easing’ lanciato da Mario Draghi”.

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